L’avvento della Luce del Mondo, che giunge a squarciare le Tenebre. È il Bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita, e porta la Luce a tutti gli uomini. Dal Dies Natalis Sol Invicti.
Le festività caratterizzano questo periodo dell’anno con una particolare atmosfera che pervade l’uomo del terzo millennio avanzato. Maggiore predisposizione al sorriso, alla convivialità, al saluto reciproco. Una sequenza di giorni che sembrano distaccarci da una realtà concitata ed affannata e che sembra volerci riporre in un nuovo alveo. Ma cerchiamo di approfondire nella storia le origini della Natività e della sua data: il 25 dicembre.
La prima menzione certa della Natività di Cristo con questa data risale nel lontanissimo 336, e la si riscontra nel Chronographus, redatto dal letterato romano Furio Dionisio Filocalo. Tutto ciò conferma che le origini storiche del Natale, pur essendo ancora avvolte dalle nebbie del passato, certamente hanno origini precristiane. La data del 25 è, in realtà, puramente simbolica: non si conosce la data esatta della nascita di Gesù, i Vangeli non ne fanno menzione specifica. Ricerche storiche evidenziano come la data venne fissata nel 440 d.C. al 25 dicembre per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti con la celebrazione della nascita di Cristo, indicato nel Libro di Malachia come nuovo “sole di Giustizia” E secondo tale ipotesi, il Natale costituirebbe dunque il più eclatante caso di cristianizzazione della preesistente festa pagana.
La data coincide infatti con le antiche celebrazioni per il solstizio d’inverno e alle feste dei saturnali romani (dal 17 al 23 dicembre). Inoltre, già nel calendario romano il termine Natalis veniva utilizzato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile), che commemorava la nascita dell’Urbe e il Dies Natalis Solis Invicti, la festa dedicata alla nascita del Sole introdotta a Roma dall’Imperatore Eliogabalo che ebbe a regnare dal 218 al 222 e ufficializzato per la prima volta da Aureliano nel 274 d.C. per l’appunto con la data del 25 dicembre.
La festa pagana del solstizio d’inverno era una ricorrenza importante per molti popoli, tra cui certamente gli antichi romani, che in quel giorno celebravano la festa del dio Sole. Durante queste feste dal 17 al 21 di dicembre (“I Saturnali”) e la festa vera e propria del Sol Invictus del 25, si era soliti utilizzare i simboli dell’eterna giovinezza di Dioniso: mirto, lauro, edera. Il greco Dioniso veniva considerato come il divino bambino nato in maniera miracolosa da una vergine celeste. Dioniso era stato latinizzato col nome di Mithra di cui in oriente si celebrava la festa la sera del 24 dicembre. Era il dio iraniano dei misteri, il dio solare dell’amicizia e dell’ordine cosmico, nato dalla pietra eportatore della nuova luce “Genitor luminis”.
Verosimilmente dunque, viste le numerose coincidenze riscontrabili, può darsi che la chiesa cristiana abbia scelto la data del 25 dicembre come giorno di nascita del Cristo specificamente per cristianizzare una festa pagana molto sentita dalle masse popolari. L’imperatore Costantino (280-337) avrebbe così riunito il culto del sole e il culto del dio Mithra con il cristianesimo, ed è proprio sotto il suo regno che appare la festa del Natale. Da Roma il Natale si diffonde in Africa, in Spagna e nel Nord Italia, ma è solo sotto l’imperatore Giustiniano (527- 565 d.C.) che il Natale viene riconosciuto come festa legale per l’Occidente.
A tale tradizione quindi la celebrazione del Natale ha voluto collegarsi per indicare l’avvento della Luce del Mondo, che giunge a squarciare le Tenebre. È il Bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita, e porta la Luce a tutti gli uomini. Questa è la storia del Natale che, condizionata negli anni successivi da numerose leggende, ha fatto quasi perdere di vista il “vero” significato del Natale, come “giorno della nascita”. Natale vuol dire “nativo, di nascita”. E’ il giorno della Rinascita, ma chi rinasce a fine dicembre? Il Sole. Siamo di fronte infatti ad una festa antichissima, una festa che non ha tempo, esiste da sempre. Le antiche popolazioni il 25 dicembre festeggiavano la rinascita del Padre Solare, il Grande Dio che dopo lo stallo del solstizio (Sol stat) vince le tenebre, le giornate tornano ad allungarsi, il Male è sconfitto (Sol Invictus = colui è che non è sconfitto), ed è a questo significato che va a sovrapporsi quello cristiano.