Editoriali

Festa del Papà; dall’esempio di San Giuseppe al tempo del terzo millennio

By 19 Marzo 2017 No Comments

La figura del “padre” dai tempi dei tempi assume una connotazione storica, etica, sociale e familiare. Un ruolo fondamentale a cui un po’ tutto fa riferimento, dalla religione e perfino alla giurisprudenza. La condotta del “buon padre di famiglia”, infatti, è spesso citata nei meandri dei processi civili e penali, nella pubblica amministrazione. Il padre, oltre al ruolo genitoriale di per sé, rappresenta un emblema di protezione, di saggezza e di sanagestio in tutti gli ambiti. E questo ruolo significativo lo troviamo dalla figura che  origina la festa odierna;  San Giuseppe. E’ ancora lì nei secoli dei secoli, a proteggere ancora quel Bambino nella sua capanna, insieme alla sua Maria ed agli animali, che con il loro calore aiutano a ripararsi dal freddo. Lo ritroviamo nella figura del presepe, raffigurato nelle statuine di ogni tipo, la figura del Padre, che è sempre lì nonostante il tempo che inesorabilmente passa. E dalla mitezza di San Giuseppe, alla sua saggezza si ispirano le figure dei padri, da sempre sostegno e consiglio  per i propri figli. Ma anche il quarto comandamento fa riferimento al padre: “Onora il padre e la madre”, una indicazione comportamentale chiara che è indirizzata ai figli. E quindi se da una parte la fede ci descrive il ruolo del padre protettore, dall’altra indica al figlio di doverlo onorarare insieme a colei con cui è stata generata la vita. E’ questo il concetto di una sacralità della famiglia come elemento di base.

Dovremmo soffermarci più spesso su questi aspetti, i quali costituiscono i valori fondanti della nostra vita. Un padre è per sempre, e rimpiangere di non averlo onorato o rispettato può costituire un rimorso che corrode i sentimenti per tutta una vita. Rientrano nella normalità quelle divergenze o quei conflitti generazionali che dividono padri e figli. La figura genitoriale può diventare scomoda, per il solo fatto che deve indirizzare, guidare, secondo determinati valori propri della vita. Ebbene se analizziamo questa vita, il ciclo è perfetto. Quando si nasce, abbiamo qualcuno che ci guida, che ci insegna a parlare, a camminare a sorridere. Quando si invecchia, i ruoli si invertono, sono i figli a doversi prendere cura dei loro padri, dei loro genitori. Ma in una società malata di valori, purtroppo tutto questo non è così. Sempre più spesso vediamo nuove generazioni non considerare adeguatamente il ruolo genitoriale, e le mancanze di rispetto superano talvolta ogni limite. Nella società del terzo millennio tutto è consentito, e purtroppo il delirium omnipotentiae di tanti giovani senza etica e senza morale, porta a considerare il padre come un bancomat o come una oliva da spremere, non volendo tener affatto conto dei suoi insegnamenti e della sua interiorità.

Ebbene, gli anni poi passano, i padri della vita moderna sono destinati a finire come quelli delle generazioni precedenti. Perché così è scritto. E durante il nostro cammino, abbiamo la lunga opportunità di condividere una lunga fase insieme al padre. Colui che ci ha generato. Nonostante le frizioni che possono far parte della normalità, poi tutto deve saper ricondurre al valore del ruolo. E di qui la figura viene duplicata, talvolta triplicata nell’arco della vita. C’è il nonno, il bisnonno, tutti padri che hanno dato l’imprimatur al corso delle nostre vite. Tutto si compie secondo il volere di Dio, al quale un padre si rivolge per chiedere scienza e coscienza nel saper/dover guidare i figli; e il figlio chieda al Signore di donargli sempre la dote del rispetto e della considerazione, perché verrà un giorno in cui nulla potrà tornare.

Daniele Imperiale per FarodiRoma

http://www.farodiroma.it/2017/03/19/festa-del-papa-dallesempio-san-giuseppe-al-tempo-del-terzo-millennio-daniele-imperiale/

 

 

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