La Festa dell’Epifania con la tradizionale adorazione dei Magi cela dietro di sè un fascino rituale di storia, tradizione e cultura di origini antichissime. Partendo dall’epoca precristiana in cui veniva immaginata come Befana la dea Hera immaginata nei cieli dell’antica Grecia. Ma in questo periodo di feste natalizie che si conclude domani, porta con sè tantissimi significati storici, rituali, magici e suggestivi. Oltre agli aspetti che sono legati alla fede cristiana relativi alla natività di Gesù.
La“Dodicesima Notte” è la vigilia dell’Epifania che porta una storia che si ricerca nell’antichità. Ai tempi della dinastia Tudor la “Dodicesima Notte” segnava la fine di un festival d’inverno che iniziava alla vigilia di Ognissanti poi trasformata in festa di Halloween. Infatti in questo giorno il Re, e chi era ad un rango sociale elevato, cambiava ruolo. Chi aveva una posizione sociale alta scendeva in basso e viceversa. All’inizio delle feste della“Dodicesima Notte” si era soliti mangiare un “dodicesimo” dolce che conteneva un fagiolo. La persona che trovava questo fagiolo diventava “re del fagiolo” e avrebbe comandato la festa. La mezzanotte concludeva il comando e tutto tornava poi a normalità. Il tema dominante era il capovolgimento della realtà.
Il solstizio d’inverno, che è avvenuto lo scorso 21 dicembre, da un punto di vista storico segnava il primo giorno di molte feste invernali. Le 12 notti seguenti, inclusa quella del solstizio, rappresentano astrologicamente i dodici segni zodiacali dell’anno. La “Dodicesima Notte” dunque è intesa come il culmine delle celebrazioni delle feste dell’inverno. Il cibo e le bevande sono al centro delle celebrazioni di ogni genere al tempo d’oggi come del resto nei tempi passati. Alcuni ritengono che la dodicesima notte, o il giorno successivo dell’Epifania, sia il momento per rimuovere le decorazioni natalizie. La leggenda narra, che una non ottemperanza poteva essere causa di sfortuna. Nell’America coloniale si era soliti appendere sulla porta di casa una corona che veniva tolta mangiando fette di torta per l’occasione. Negli anni ottocento correva l’abitudine di adornare l’albero di Natale con frutta fresca anche se difficile da reperire. L’albero veniva smontato alla dodicesima notte e la frutta rimasta veniva consumata con grandi celebrazioni di popolo. «La dodicesima notte» è anche il titolo di quella che, a giudizio di molti critici, è la più perfetta commedia di Shakespeare, il cui titolo ha suscitato da sempre la curiosità di numerosi studiosi alla ricerca del nesso con il contenuto della commedia, che pare venne rappresentata per la prima volta proprio il giorno dell’Epifania del 1601. Anche se altre teorie riferiscono alla prima nel giorno del 2 febbraio dello stesso anno (Candelora).
Secondo alcune interpretazioni astrologiche ed esoteriche del Natale “I Sacri Dodici Giorni” iniziano il 26 dicembre, considerato il “Giorno Santo”, e si concludono il 6 gennaio. Perciò la notte del 6 è considerata la “Dodicesima Notte”, giorno del rito del battesimo secondo la tradizione cristiana primitiva.