Editoriali

Le cose sono diverse, le persone no.

EDITORIALE – C’è una verità che spesso dimentichiamo: le differenze che vediamo nel mondo non parlano di chi siamo, ma di ciò che ci circonda. Siamo tutti cittadini dello stesso pianeta, figli dello stesso cielo, eppure ci lasciamo ingannare dall’apparenza, dai dettagli che ci fanno sembrare lontani, incompatibili, persino diamestralmente opposti.

E se invece fossero solo illusioni? Come un paio di occhiali, che a prima vista sembrano sbagliati: una lente è trasparente, l’altra bianca. Sono diversi, sì. Ma guardiamoli bene. Continuano a svolgere il loro compito. Proteggono, filtrano, aiutano a vedere meglio. Funzionano.

La diversità è ovunque: negli oggetti, negli arredi, negli accessori personali. Un vaso rosso accanto a uno blu. Una sedia di legno vicino a una di plastica. Un orologio analogico, un altro digitale. Ma nessuno di questi elementi perde valore per ciò che è. Ognuno contribuisce, ognuno ha una funzione. La loro bellezza sta proprio lì: nel contrasto che arricchisce, non nel giudizio che divide.

E allora perché ci ostiniamo a vedere le differenze tra le persone come una barriera? Il colore della pelle, la lingua parlata, le tradizioni, la fede, il modo di vestire: sono tutte “cose”. Esteriorità. Estetica. Come le lenti di quegli occhiali. Diverse, sì. Ma unite dallo stesso scopo.

Le differenze separano solo quando smettiamo di ascoltare. Le uguaglianze, invece, ci ricordano che sotto ogni superficie c’è un cuore che batte, un pensiero che sogna, una voce che chiede di essere accolta.

La giusta prospettiva è quella di guardare l’altro come parte di noi. Di capire che ciò che conta non è ciò che ci distingue, ma ciò che ci accomuna.

Perché alla fine, le cose sono diverse. Le persone no.

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